Uno studio olandese ha trovato un’associazione tra maggiore densità di fast food e incidenza di malattie cardiovascolari. Ulteriore riprova della necessità di corretta alimentazione come insegna CuoreVivo con la “Settimana del pesce azzurro”
Gli alimenti tipici dei fast food, ricchi di grassi e zuccheri e poveri di fibre, se consumati abitualmente possono costituire un pericolo per la salute del nostro sistema cardiovascolare. Tra i più recenti studi che lo documentano c’è una ricerca su animali da laboratorio che ha mostrato come assumendo questo tipo di alimenti l’organismo degli animali reagisce attivando una reazione infiammatoria simile a quella per un’infezione batterica, che, a lungo andare, può favorire l’aterosclerosi e squilibri metabolici che portano al diabete.
Una conferma sul campo della pericolosità dell’abitudine a frequentare i fast food viene da un originale studio olandese, pubblicato su Circulation, prestigiosa rivista scientifica dell’American Heart Association, che ha indagato la relazione tra densità di fast food in un determinato territorio ed ipertensione, ictus, infarto, insufficienza cardiaca.
Consultando i registri nazionali olandesi i ricercatori hanno costruito una coorte di 2.472.004 adulti con 35 o più anni d’età, senza malattie cardiovascolari al 1 gennaio 2009, che hanno vissuto allo stesso indirizzo per almeno 15 anni. I partecipanti sono stati seguiti per un anno per rilevare l’incidenza di malattie cardiovascolari, inclusi ictus, malattia coronarica e insufficienza cardiaca.
È stata poi verificata la relazione tra malattie cardiovascolari e il numero di fast food presenti nel raggio di 500, 1000 e 3000 metri. Il dato statistico è stato poi aggiustato considerando età, sesso, etnia, stato civile, co-morbidità e densità di popolazione della zona.
È risultato che nelle aree urbane l’incidenza di malattie cardiovascolari e coronariche era significativamente più alta nelle aree di 500 m contenenti uno o più fast food rispetto alle aree prive di questi punti vendita. Un aumento della presenza dei fast food entro 1000 m era associato ad un aumento significativo dell’incidenza di malattie cardiovascolari e coronariche. L’evidenza era meno pronunciata per le aree di 3000 m.
Gli autori concludono che in un’area urbana di 1000 metri una maggiore presenza di fast food risulta associata a una più alta incidenza di malattie cardiovascolari. Occorrono ulteriori studi per approfondire altri fattori come lo stile di vita e le condizioni ambientali, che possono incidere su questo dato.