Le diete a base vegetale sono associate a un minor rischio di scompenso cardiaco negli adulti senza patologie cardiache note. Lo dice un nuovo studio pubblicato sul Journal of American College of Cardiology.
I ricercatori utilizzato i dati dello studio Reasons for Geographic and Racial Differences in Stroke(REGARDS), su una popolazione di 30.239 adulti americani bianchi e neri, con un’età pari o superiore a 45 anni, reclutati da gennaio 2003 a ottobre 2007.
Il campione è stato ristretto a 16.606 partecipanti (età media, 64 ± 9,1 anni) senza scompenso o malattia coronarica alla partenza della studio.
Ai partecipanti è stato chiesto di rispondere a 150 domande, sul consumo di 107 prodotti alimentari.
In base alle risposte sono stati identificati 56 gruppi di alimenti e 5 tipi di diete:
1. Alimentazione a basso costo: molti piatti a base di carne, pasta, cucina messicana, pizza e fast food.
2. A prevalenza vegetale: verdura, frutta, legume e pesce.
3. Ad alto contenuto di zuccheri e grassi: dessert, pane, cibi dolci per la colazione, cioccolato e altri tipi di zucchero.
4. Cucina pesante (definita “dieta meridionale”): cibi fritti, carni lavorate, uova, grassi aggiunti e bevande zuccherate.
5. Alto consumo di alcol e insalate: consumo importante di vino, liquori e birra, nonché verdure a foglia verde e condimenti per l’insalata.
A tutti i partecipanti è stata misurata pressione, altezza, peso, circonferenza della vita, urina e campioni di sangue a digiuno. I partecipanti hanno ricevuto un punteggio per ogni schema dietetico, e sono stati quindi raggruppati in uno dei quattro quartili secondo il grado di aderenza a ciascun modello.
I partecipanti sono stati seguiti per una media di 8,7 anni, con interviste telefoniche effettuate ogni 6 mesi. Sono state recuperate le cartelle cliniche di coloro che hanno segnalato il ricovero in ospedale per valutare segni e sintomi di scompenso cardiaco. Le co-variate mediche comprendevano ipertensione, dislipidemia, diabete, fibrillazione atriale e malattia renale cronica.
L’analisi dei dati, dopo aggiustamento per i vari fattori confondenti ha rivelato che l’aderenza più alta a una dieta a base vegetale era associata a un rischio di scompenso cardiaco inferiore del 41% rispetto all’aderenza più bassa, mentre la maggiore aderenza alla dieta meridionale era associata a un rischio di scompenso cardiaco più elevato del 71% rispetto alla minore aderenza.
Gli autori sottolineano che questo studio non ha messo a confronto le diete tra loro, ma ha verificato le differenze nell’adesione maggiore o minore a ciascun modello dietico.
“Il messaggio da portare a casa – spiega Kyla Lara, dell’Icahn School of Medicine, Mount Sinai, New York City (USA) – è che bisogna enfatizzare il consumo di verdure, proteine vegetali, noci, ceci, tofu, fagioli e limitare il consumo di carne. Trasmettere ai pazienti quali sono le conseguenze delle scelte alimentari è il primo passo per il cambiamento degli stili di vita.”