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6 Giugno 2019 By Associazione Cuore Vivo

RICETTE della CENO CON IL DOTTORE 2019 BY Chef Marco Scaramucci La Tavola del Carmine

Insalata di germogli, fiocchi di latte, mandorle e salsa tzatziki

 

250 Gr di germogli di soia o altri germogli

200 Gr di insalatine colorate

300 Gr di fiocchi di latte

16 mandorle

4 cucchiai salsa tzatziki

 

Salsa tzatziki 

1 cetriolo

1 barattolo yogurt compatto tipo greco

2 spicchi d aglio

Sale

1 cucchiaio Olio extravergine del Carmine

 

Spellare il cetriolo, tagliare a pezzi, mettere il sale e far spurgare per 2 ore circa.

Mettere il cetriolo, olio e aglio, frullare e aggiugere lo yogurt poco alla volta, assaggiare e aggiustare di sale.

 

Pulire l l’insalata, metterla in un piatto, aggiungere i germogli,  le mandorle pelate e tostate leggermente in una padella caldissima, i fiocchi di latte, un pizzico di sale, un filo          d olio e infine i fiocchi di latte al centro del piatto.

 

TORTINO DI FAVE E CICORIA 

PER 4 persone

 

500 GR DI cicoria

200 Gr di fave sgranate

Sale

1 cucchiaio Olio extravergine del Carmine

Pepe

 

Facoltativo

1 peperone rosso

1 peperone giallo

Sale

1 cucchiaino Olio extravergine del Carmine

 

Lessare in abbondante acqua la cicoria tagliata finemente,  scolarla e risciacquare,

Lessare le fave sbucciate dal loro baccello.

Ripassare in padella  la cicoria con 1 spicchio d aglio, olio 1 cucchiaio, pizzico di sale.

Mettete al centro del piatto con l aiuto di uno stampino la cicoria e sopra le fave condite con poco sale e olio extravergine.

Una variante è passare al passaverdure  le fave in modo da ottenere una crema da mettere sopra il tortino di fave.

 

Per dare colore e aggiungere sapore prendere delle falde di peperoni rosso e giallo farle a pezzetti e cuocerle velocemente in una padella antiaderente con filo d olio extravergine . Frullare il tutto e mettere a specchio nel piatto

Sopra la cicoria e infine le fave.

 

Riso integrale, ceci e lenticchie 

320 Gr Riso integrale

100 Gr di ceci

100 Gr di lenticchie

2 cucchiai di Olio extravergine del Carmine

 

Cuocere a parte i ceci dopo un ammollo di 12 ore, ovvero la sera prima, con uno spicchio d aglio, rosmarino e olio extravergine, ul sale solo al termine della cottura,  scolate i ceci ma non buttate l acqua di cottura perché servirà x cuocere il riso.

In una pentola rosolate della cipolla tagliata finemente, aggiungete il riso e le lenticchie cuocerli per circa 30′ bagnando con l’acqua  dei ceci, allungata con dell acqua.

Assaggiare se pronto, potrebbe richiedere altro 10′ dipende da riso e riso, aggiustare di sale, aggiungere i ceci precedenti cotti e un fili d olio a crudo.

 

Bocconcini di pollo o tacchino al curry

 

400gr di pollo o tacchino

Sale

1 cucchiaio di curry o più secondo i gusti

1 cucchiaio Olio extravergine del Carmine

 

Preparate il petto di pollo, ma vanno molto bene  le anchette disossate e senza pelle,tagliandolo a cubotti, salate e impanate nel curry.

Il una padella ben calda mettete l l’olio extravergine, aggiungete i cubotti di pollo o tacchino, rosolate per pochi minuti aggiungete acqua e portate a cottura.

Nel frattempo avrete lessato la cicoria e dopo averla scolata la passeremo in una padella con e un poco di peperoncino fresco se disponibile e cipolla tritata, olio extravergine aggiungere un po di acqua e alla fine unirla con il pollo e suo fondo di cottura.

 

Mousse al cioccolato fondente 

 

Avete 2 possibilità

Una più facile e veloce

L altra più gustosa e laboriosa

 

La prima:

200 Gr Cioccolato fondente 72%

125 Gr Latte intero

50 Gr zucchero a velo

250 Gr panna montata

 

Tritate il cioccolato, scaldate il latte e lo zucchero a velo, aggiungete al cioccolato e rimestate fino a che il cioccolato non sia completamente sciolto, raffreddare sotto i 20°  e aggiungere la panna montata., mescolarexcon un cucchiaio dal basso verso l alto con movimenti morbidi.

Mettete in dei bicchieri e in frigorifero.

 

L altra più  laboriosa

La dose è la stessa solo con l aggiunta di 2 tuorli, 100 Gr di zucchero semolato, 1/2  bicchiere di acqua.

 

Preparate lo sciroppo con acqua e zucchero: sciogliete lo zucchero in un pentolino con il liquido. Quando sarà diventato trasparente spegnete il fuoco. In una ciotola sbattete i tuorli con le fruste elettriche e aggiungete a poco a poco lo sciroppo di zucchero. Nel frattempo fondete a bagnomaria il cioccolato e lasciatelo intiepidire prima di unirlo alle uova.

Montate la panna con le fruste fino a ottenere una consistenza spumosa, poi incorporatela delicatamente al cioccolato fuso e uova. Ponete la ciotola in frigorifero e fatela riposare per almeno 3 ore.

 

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6 Giugno 2019 By Associazione Cuore Vivo

Più verdure nella dieta abbassano il rischio di scompenso cardiaco

Le diete a base vegetale sono associate a un minor rischio di scompenso cardiaco negli adulti senza patologie cardiache note. Lo dice un nuovo studio pubblicato sul Journal of American College of Cardiology.

I ricercatori utilizzato i dati dello studio Reasons for Geographic and Racial Differences in Stroke(REGARDS), su una popolazione di 30.239 adulti americani bianchi e neri, con un’età pari o superiore a 45 anni, reclutati da gennaio 2003 a ottobre 2007.

Il campione è stato ristretto a 16.606 partecipanti (età media, 64 ± 9,1 anni) senza scompenso o malattia coronarica alla partenza della studio.
Ai partecipanti è stato chiesto di rispondere a 150 domande, sul consumo di 107 prodotti alimentari.

In base alle risposte sono stati identificati 56 gruppi di alimenti e 5 tipi di diete:

1.    Alimentazione a basso costo: molti piatti a base di carne, pasta, cucina messicana, pizza e fast food.

2.    A prevalenza vegetale: verdura, frutta, legume e pesce.

3.    Ad alto contenuto di zuccheri e grassi: dessert, pane, cibi dolci per la colazione, cioccolato e altri tipi di zucchero.

4.    Cucina pesante (definita “dieta meridionale”): cibi fritti, carni lavorate, uova, grassi aggiunti e bevande zuccherate.

5.    Alto consumo di alcol e insalate: consumo importante di vino, liquori e birra, nonché verdure a foglia verde e condimenti per l’insalata.

A tutti i partecipanti è stata misurata pressione, altezza, peso, circonferenza della vita, urina e campioni di sangue a digiuno. I partecipanti hanno ricevuto un punteggio per ogni schema dietetico, e sono stati quindi raggruppati in uno dei quattro quartili secondo il grado di aderenza a ciascun modello.

I partecipanti sono stati seguiti per una media di 8,7 anni, con interviste telefoniche effettuate ogni 6 mesi. Sono state recuperate le cartelle cliniche di coloro che hanno segnalato il ricovero in ospedale per valutare segni e sintomi di scompenso cardiaco. Le co-variate mediche comprendevano ipertensione, dislipidemia, diabete, fibrillazione atriale e malattia renale cronica.

L’analisi dei dati, dopo aggiustamento per i vari fattori confondenti ha rivelato che l’aderenza più alta a una dieta a base vegetale era associata a un rischio di scompenso cardiaco inferiore del 41% rispetto all’aderenza più bassa, mentre la maggiore aderenza alla dieta meridionale era associata a un rischio di scompenso cardiaco più elevato del 71% rispetto alla minore aderenza.

Gli autori sottolineano che questo studio non ha messo a confronto le diete tra loro, ma ha verificato le differenze nell’adesione maggiore o minore a ciascun modello dietico.

“Il messaggio da portare a casa – spiega Kyla Lara, dell’Icahn School of Medicine, Mount Sinai, New York City (USA) –  è che bisogna enfatizzare il consumo di verdure, proteine ​​vegetali, noci, ceci, tofu, fagioli e limitare il consumo di carne. Trasmettere ai pazienti quali sono le conseguenze delle scelte alimentari è il primo passo per il cambiamento degli stili di vita.”

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6 Giugno 2019 By Associazione Cuore Vivo

Diabete tipo 2, la terapia antipertensiva potrebbe allungare la vita

Le persone con diabete soffrono spesso di ipertensione. Gli studi epidemiologici dicono che circa 1 diabetico su 3 ha anche la pressione alta. L’ipertensione dei soggetti diabetici aumenta il rischio di eventi cardiovascolari. Secondo l’American Heart Association (AHA), quasi il 70% delle persone con il diabete con più di 65 anni muore per malattie cardiovascolari.Le persone con diabete hanno una probabilità di morire di malattie cardiache fino a quattro volte superiore a quelle senza diabete.

Tuttavia, le linee guida non sono concordi sull’opportunità di intervenire con una terapia intensiva di riduzione della pressione in chi non ha la pressione alta o un rischio cardiovascolare significativo.

Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Hypertension e firmato da un team internazionale di cui fa parte anche Giuseppe Mancia, Università Milano-Bicocca, indica che nei pazienti con diabete di tipo 2 una terapia antipertensiva intensiva riduce il rischio di morte per tutte le cause. Quindi un intervento di riduzione della pressione sanguigna dovrebbe essere preso in considerazione per questi pazienti, indipendentemente dal loro rischio cardiovascolare.

Lo studio ha preso in considerazione 10.948 diabetici, con un rischio cardiovascolare da moderato ad alto, arruolati nel trial internazionale ADVANCE (Action in Diabetes and Vascular Disease). Lo studio, ha riscontrato in un follow-up medio di 4,3 anni che il trattamento con perindopril-indapamide versus placebo ha ridotto la mortalità e gli eventi vascolari maggiori, indipendentemente dalla PA sistolica alla partenza dello studio.

Durante il periodo dello studio si sono verificati più di 800 decessi e oltre 950 eventi vascolari maggiori, inclusi infarti, ictus, patologie renali e oculari. I soggetti in terapia antipertensiva hanno avuto il 9% di eventi in meno e il 14% di morti in meno rispetto alle persone che hanno assunto un placebo.

L’effetto era lo stesso, indipendentemente dalla pressione sistolica di base (a partire da <120 mmHg; P per eterogeneità, 0,85), e diastolica (a partire da <70 mmHg; P = 0,49) e indipendentemente dal rischio cardiovascolare valutato a 10 anni ( ≥20% oppure  <20% (P = 0,08).

Gli autori concludono: “Gli adulti con diabete mellito sembrano beneficiare di un trattamento intensivo per la riduzione della pressione arteriosa anche se hanno livelli di rischio cardiovascolare e per ipertensione per i quali alcune linee guida attualmente non raccomandano per l’intervento”.

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6 Giugno 2019 By Associazione Cuore Vivo

Aritmie, con la telemedicina mortalità dimezzata L’importanza del monitoraggio sottolineata al congresso AIAC

Il monitoraggio a distanza dei parametri clinici è in grado di rivoluzionare la gestione delle aritmie cardiache: è quanto emerso dal Congresso nazionale dell’Associazione italiana di Aritmologia e Cardiostimolazione (AIAC) tenutosi recentemente a Bologna. La telemedicina infatti è in grado di ridurre del 50% circa la mortalità e le visite in ospedale, del 39% le ospedalizzazioni e del 60% i costi sanitari, e si propone quindi come una misura efficace per soddisfare la domanda di salute cardiovascolare in un contesto, come quello italiano, in cui è in corso un progressivo invecchiamento della popolazione.

Con un numero sempre più alto di persone da assistere è importante utilizzare al meglio risorse tecnologiche come la telemedicina ed è giusto battersi perché le prestazioni in questo settore possano essere rimborsate.

“I benefici del monitoraggio remoto non sono solo sanitari, ma anche psicologici per il paziente e i suoi familiari, che dimostrano da sempre un alto grado di accettazione e soddisfazione; inoltre, rappresentano la vera continuità assistenziale, in uno stretto binomio tra ospedale e territorio, secondo quanto raccomandato anche dalle linee guida internazionali”, ha sottolineato Renato Pietro Ricci, presidente dell’AIAC.

“In Italia – continua Ricci -, il 50% circa dei defibrillatori e il 20% dei pacemaker sono in telemonitoraggio, nonostante a oggi la prestazione non sia ancora stata codificata dal Sistema sanitario nazionale e non venga rimborsata alle strutture che la utilizzano”.

Arresto cardiaco improvviso: come prevenirlo?

Sotto la lente di questo congresso, anche il tema dell’arresto cardiaco improvviso, responsabile dei 40.000 decessi all’anno che rendono conto del 40% delle morti cardiovascolari e il 10% di tutti i decessi.

“La fibrillazione atriale è una delle aritmie più frequenti nella popolazione anziana poiché è strettamente correlata all’invecchiamento della persona e quindi del suo cuore: il 12% degli ultraottantenni, infatti, soffre di questa patologia, che aumenta di cinque volte il rischio di ictus cerebrale”, ha concluso Massimo Zoni Berisso, vicepresidente dell’AIAC. “Programmi di ricerca sistematica della fibrillazione atriale silente (un killer silenzioso), permettono di avviare una terapia anticoagulante precoce nei soggetti a rischio e prevenire l’ictus. Per quanto riguarda la prevenzione della morte improvvisa, una valutazione del profilo di rischio nei soggetti che hanno superato un infarto o affetti da scompenso permette d’identificare coloro che beneficeranno dell’impianto di un defibrillatore a scopo preventivo”.

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6 Giugno 2019 By Associazione Cuore Vivo

Obesità, nuova procedura mininvasiva per perdere peso

All’ultima edizione della Digestive Disease Week® (DDW) di San Diego, California (USA) sono stati presentati i buoni risultati iniziali della gastroplastica endoscopica a manica (endoscopic sleeve gastroplasty, ESG), una procedura non chirurgica, che potrebbe essere utilizzata come approccio iniziale per la cura dell’obesità lieve.

La tecnica prevede l’immissione di un endoscopio attraverso la bocca nello stomaco. Lo stomaco viene poi ristretto praticando una serie di punti di sutura. L’applicazione viene fatta in anestesia generale, dura all’incirca tre quarti d’ora, non richiede incisioni e nessuna degenza ospedaliera.

Il team diretto da Reem Sharaiha del Weill Cornell Medicine, Cornell University, New York, (Usa) è stato uno dei primi a sperimentare questa tecnica sei anni fa.

“Con una serie di punti di sutura stringiamo lo stomaco come una fisarmonica – spiega Sharaiha- dopo il paziente, mangia meno, si sente pieno e perde peso. E non ci sono cicatrici “.

Al congresso di San Diego sono stati presentati i primi dati dei risultati a cinque anni in 203 pazienti obesi, sottoposti a ESG tra agosto 2013 e ottobre 2018. I partecipanti avevano un indice di massa corporea (BMI) tra 32 e 46.

“Abbiamo riscontrato una perdita di peso significativa e sostenibile per un periodo tra uno e cinque anni. Oltre 200 pazienti hanno perso in media fino al 15-20% del peso corporeo totale”, ha affermato Sharaiha, professoressa associata di Gastroenterologia ed Epatologia alla Cornell University.

“Diversi studi hanno dimostrato – ricorda Sharaiha – che quando le persone perdono almeno il 10% del loro peso corporeo, vedono un miglioramento della pressione sanguigna, del diabete e degli esiti cardiaci.”

I ricercatori hanno osservato che i pazienti generalmente raggiungevano la massima perdita di peso entro 24 mesi, dopo di che alcuni di loro tendevano a riguadagnare circa il 14% del loro peso perso, un dato simile a quello che si riscontra dopo la chirurgia bariatrica. Inoltre si è visto che chi non perde peso nei primi 10 mesi, ha una scarsa probabilità di dimagrire  nei mesi successivi. In questo studio le complicanze sono state meno dell’1 , un miglioramento rispetto alle procedure chirurgiche.

“Abbiamo ritenuto che fosse necessario uno studio a lungo termine per garantire che la perdita di peso con questo metodo sia sostenibile. La ricerca mostra che se si mantiene il sovrappeso per un periodo di tempo prolungato, è più probabile che lo si mantenga in modo permanente “, ha affermato Sharaiha. “Negli studi futuri, continueremo a seguire questa coorte di pazienti per i prossimi 10 o 20 anni. Inoltre, stiamo esaminando le risposte ormonali e le co-morbidità e stiamo lavorando per prevedere i migliori candidati a questa procedura. Al momento è in corso anche uno studio di controllo randomizzato che esamina l’ESG in combinazione con dieta ed esercizio fisico.

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