Cuore Vivo ONLUS

  • CHI SIAMO
  • DOCUMENTI
  • ISCRIZIONI
  • DONAZIONI
  • PERIODICO
  • NEWS
  • CONTATTI

31 Ottobre 2019 By Associazione Cuore Vivo

Diabete tipo 2, la prima cosa da fare dopo la diagnosi

Una perdita di peso, anche modesta, nel primo anno dopo una diagnosi di diabete di tipo 2 raddoppia le probabilità di remissione della malattia entro cinque anni.

Lo rivela uno studio inglese, pubblicato sulla rivista Diabetic Medicine, che ha seguito un gruppo di più di 800 persone nei cinque anni successivi alla diagnosi di diabete.

Il messaggio importante che arriva da questo studio è che se si adottano subito provvedimenti per perdere peso, anche senza diete drastiche ed esercizio fisico intenso, si ha la possibilità di fermare o invertire la progressione del diabete che, come è noto, aumenta il rischio di complicanze gravi per cuore, reni, retina.

“Finora – conferma Hajira Dambha-Miller, dell’Unità di Cure Primarie e Salute Pubblica all’Università di Cambridge, UK, primo autore dello studio – ora si pensava che la remissione del diabete fosse ipotizzabile solo con un intervento drastico sulla dieta e un esercizio fisico vigoroso, ma questo studio dimostra che anche modesti cambiamenti nel peso possono cambiare il corso della malattia.”

Lo studio

Lo studio ha preso in esame una coorte di 867 persone, con nuova diagnosi di diabete di tipo 2, con un’età media di 61 anni, comprese nello studio ADDITION-Cambridge, il 61% erano uomini. I partecipanti sono stati identificati attraverso uno screening graduale tra il 2002 e il 2006 e sono stati sottoposti a valutazione di variazione di peso, attività fisica, dieta e consumo di alcol al basale e 1 anno dopo diagnosi. La remissione dal diabete è stata verificata a 5 anni attraverso il dosaggio di emoglobina glicata (HbA1c).

La remissione è stata raggiunta da 257 soggetti (30%). I partecipanti che avevano perso il 10% o più del loro peso corporeo avevano quasi 2,5 volte più probabilità di essere in remissione rispetto a quelli il cui peso era rimasto stabile o aumentato, con un rischio relativo (RR) di 2,43 (P <.01).

Un messaggio per i medici di famiglia

Nella conclusioni dello studio gli autori stressano l’importanza di spingere i pazienti con una nuova diagnosi di diabete di tipo 2 ad adottare subito misure, anche non eccessivamente gravose, per perdere peso.

“Potrebbe esserci una finestra di opportunità dopo la diagnosi quando le persone dovrebbero essere più ricettive agli inviti a sulla perdita di peso”, spiegano gli autori.

Un messaggio rivolto soprattutto ai medici di famiglia, che hanno quasi sempre il primo contatto con la popolazione, in costante aumento, dei diabetici.

Filed Under: News

31 Ottobre 2019 By Associazione Cuore Vivo

Ipertensione, i farmaci sono più efficaci se si prendono di sera

Un grande studio di popolazione ha verificato se ci fossero differenze negli effetti della terapia per il controllo della pressione sanguigna, collegate con l’orario in cui il paziente prende le pillole. È risultato che chi prende il farmaco prima di andare a dormire, a confronto con chi lo prende al mattino, ha migliori risultati sulla pressione e soprattutto abbassa il rischio di infarto e altri eventi cardiovascolari.

Lo studio, battezzato Hygia Chronotherapy Trial, è stato condotto nell’ambito delle cure primarie e ha coinvolto 19.084 pazienti ipertesi (10.614 uomini e 8.470 donne, con un’età media di 60 anni) divisi in due gruppi.

Il primo gruppo doveva prendere i farmaci prescritti per l’ipertensione (uno o più) al momento di coricarsi, il secondo gruppo al risveglio. La pressione di tutti i partecipanti è stata misurata all’inizio dello studio e ad ogni visita programmata.

In un follow-up di sei anni 1.752 partecipanti allo studio hanno avuto un evento cardiovascolare importante (infarto del miocardio, rivascolarizzazione coronarica, insufficienza cardiaca, ictus o decesso per cause cardiovascolari).

I risultati, pubblicati sull’European Heart Journal mostrano che i pazienti che hanno assunto i farmaci prima di andare a dormire, rispetto a quelli che lo prendevano al risveglio, hanno mostrato un rischio significativamente più basso per tutti gli eventi cardiovascolari. I ricercatori hanno verificato i risultati anche dopo la correzione per potenziali fattori confondenti, tra cui sesso, età, livelli di colesterolo, abitudine al fumo presenza di patologie renali o diabete di tipo 2.

Inoltre hanno analizzato il rischio per ogni singolo evento, con risultati eclatanti visto che prendere la pillola per la pressione la sera invece che al mattino potrebbe ridurre del 45% il rischio  di morte o eventi cardiovascolari, del 49% quello di stroke, del 44% quello di avere un infarto. Ramón C. Hermida, dell’Università di Vigo (Spagna), coordinatore del progetto, spiega che le attuali linee guida su come trattare la pressione alta non danno indicazioni sul momento migliore della giornata per assumere le pillole:

Assumere i farmaci al mattino – osserva Hermida –  è la raccomandazione più comune da parte dei medici, basata sull’obiettivo fuorviante di ridurre i livelli di pressione arteriosa mattutina

Tuttavia, i risultati precedenti del progetto Hygia hanno dimostrato che il marcatore indipendente più significativo del rischio cardiovascolare è la pressione sanguigna sistolica media durante il sonno. “Inoltre – aggiunge Hermida – non ci sono studi che dimostrano che il trattamento dell’ipertensione al mattino migliori la riduzione del rischio di malattie cardiovascolari”.

Filed Under: News

24 Settembre 2019 By Associazione Cuore Vivo

ricette cena con il dottore

Tortino di ricotta tiepido crema di spinaci.

 

250 gr di Ricotta di mucca

100 cc latte

50 gr parmigiano grattugiato

Sale

Pepe

Noce moscata

 

500 gr di spinaci freschi

1 patata lessata

Sale

Olio extravergine d’oliva

 

Amalgamare tutti gli ingredienti con un frullatore, imburrare degli stampini,  colare il composto e mettere in una teglia con dell acqua e poi mettere in forno a 160° per circa 20 min

 

Per la crema di spinaci, lavare gli spinaci, asciugare e ungerli con olio,scaldare una padella antiaderente a fuoco alto, buttarli e cuocerli con coperchio per 1 min.

Frullare con la patata lessa e olio E.V.O fino a ridurre in crema

 

Avocado, pollo speziato salsa chilly

 

1 Avocado

250 gr di petto di pollo

Sale

Pepe

Curry

Salsa chilly (si trova già pronta nei supermercati) altrimenti potete prepararla così….500 gr polpa pomodoro, il succo di 1 lime, 4 peperoncino rossi lunghi non troppo piccante, 1 cipolla grossa.Rosolare la cipolla il peperoncino,  sfumare con il succo di lime, unire la polpa di pomodoro, sale e portare a cottura .

 

 

 

Pelare l avocado, tagliarlo a metà x la lunghezza e con una rotazione aprirlo.

Togliere il nocciolo e tagliarlo a pezzettoni.

Tagliare il petto di pollo a pezzi, salare ungere ben con olio extravergine di oliva, curry.

Nel frattempo avrete scaldato molto bene una padella, rosolate e portate a cottura il pollo, aggiungendo un poco di acqua e poi olio, alla fine aggiungere e spellare per poco tempo anche  l avocado.

Alla fine versate un cucchiaio,  o più a piacere, di salsa chilly

 

 

Orzotto con ragù vegetariano 

 

150 gr orzo perlato o mondo

1 carota

1 costa di sedano

1 cipolla

1 peperone

1 pomodori

 

Fate cuocere per circa 30 min l orzo su una pentola dove avrete fatto rosolare 1/2 cipolla aggiungete acqua sale grosso 1 pizzico e 1 foglia di alloro.

Al termine scolate l orzo e lasciate un poco della sua acqua di cottura.

Tagliate a pezzetti le verdure, salatele e rosolate con olio in padella per qualche minuto in ultimo mettete i pomodori.

In una casseruola fate soffriggere la cipolla con poco olio, sfumare con vino bianco unire l orzo, cuocere per qualche min,un poco d acqua di cottura,  infine il ragù vegetariano e mantecare con olio extravergine d’oliva.

 

Sgombro arrostito 

 

2 sgombri

Olio extravergine d’oliva

Sale

Pane grattugiato con prezzemolo sale e aglio

 

Sfilettare gli sgombri e lasciarli in acqua fredda e poco sale a spurgare.

Scolare, tamponare con carta assorbente,  condire con olio, sale e pane aromatico.

Cuocerli in padella antiaderente dalla parte della pelle girando 1 sola volta.

Servire con un filo di olio extravergine d’oliva

 

Verza brasata

1 verza

1 cipolla

Olio extravergine d’oliva

Pulire e Lavare la verza. Tagliarla a striscioline.

Tagliare la cipolla a fette.

Cuocere il tutto su una pentola con un po’ di olio, sale e mettere il coperchio.  Aggiungete ogni tanto un poco d acqua portate a cottura in circa 20 -30 min .

Scorciatoia per abbreviare la cottura…

Lessare le foglie di verza in acqua bollente x 5 min …scolare…tagliare a strisce…cuocere per 10 min con la cipolla a fuoco basso.

 

 

Semifreddo alle mandorle 

 

Ricetta abbastanza complessa per non esperti.

 

3 tuorli

100 gr zucchero

50 acqua

3 albumi

100 zucchero

50 acqua

250 panna

Mandorle pelate e fatte a croccante

200 gr mandorle

100 zucchero

1 cucchiaio acqua

 

Montare l albume per qlc min…mettere su un pentolino acqua e zucchero…portare a bollore fino che non raggiunge 120 ° , avrete bisogno di un termometro per le prime volte, aggiungete lo sciroppo di zucchero agli albumi e continuate a montare fino a raffreddare.

Fate la stessa cosa con i tuorli.

Monntate la panna non troppo soda.

Fate il croccante mettendo in pentola acqua e zucchero, le mandorle. Quando avranno preso un bel colore brunito, spegnete e versate il composto sopra un foglio di carta forno.

Quando raffreddato tritate.

Unire i tuorli montati, alla panna, mescolando dal basso verso l alto piano  per non far smontare, unire il croccante, infine gli albumi mescolando sempre dal basso verso l’alto piano.

Mettete in stampo tipo Plumcake o stampini singoli, in congelatore per almeno 24 ore.

Sformare e servire

 

 

 

 

 

Filed Under: News

24 Settembre 2019 By Associazione Cuore Vivo

Diabete, le nuove linee guida per la prevenzione cardiovascolare

Una nuova classificazione del rischio e nuove raccomandazioni sull’uso dei farmaci. Sono le importanti novità contenute nell’ultima edizione delle linee guida su diabete e rischio cardiovascolare, a cura della Società Europea di Cardiologia (ESC) e dell’Associazione Europea per lo Studio del Diabete (EASD)

Per aggiornare le linee guida gli esperti hanno utilizzato i risultati di importanti studi clinici, che hanno testato gli effetti sul rischio cardiovascolare di tutti i principali farmaci per il diabete di tipo 1 e di tipo 2.

La nuova classificazione del rischio CV

Nelle precedenti linee guida i pazienti diabetici, per quanto riguarda il rischio CV, venivano suddivisi in due gruppi, quelli destinati alla prevenzione primaria e quelli della prevenzione secondaria.

Le nuove linee guida invece classificano i pazienti in base alle co-morbità e alla durata della malattia, suddividendoli in tre gruppi:

  • Rischio CV moderato: pazienti giovani (<35 anni per il diabete di tipo 1 o <50 anni per il tipo 2), che hanno il diabete da meno di 10 anni, senza altri fattori di rischio.
  • Rischio CV elevato: diabetici da 10 o più anni, con almeno un altro fattore di rischio, ma nessun danno agli organi bersaglio.
  • Rischio CV molto elevato:

o    pazienti con diabete stabilizzato e malattie CV

o    oppure con danni agli organi bersaglio

o    oppure con tre o più fattori di rischio maggiori

o    oppure se hanno il diabete di tipo 1 da più di 20 anni.

Gestire bene il diabete ed i fattori di rischio CV

Una buona gestione del diabete di tipo 2, soprattutto per chi è in una condizione di pre-diabete, è fondamentale per tenere sotto controllo la malattia e il rischio di complicanze cardiovascolari.

Le nuove linee guida enfatizzano il ruolo positivo dell’attività fisica e consigliano l’autocontrollo di pressione e glicemia, che oggi possono essere fatte con supporti digitali semplici da utilizzare.

Tra le raccomandazioni c’è anche quella di evitare il consumo di alcool. “È ancora diffusa la convinzione che l’assunzione moderata di alcool abbia effetti benefici sulla prevalenza delle malattie cardiovascolari – ha affermato Grant. “Tuttavia, due metanalisi di alto profilo hanno mostrato che non è così. Sulla base di questi nuovi risultati, abbiamo modificato le nostre raccomandazioni. ”

Messaggi chiave sullo stile di vita per i pazienti con diabete e pre-diabete

  • Cambiare stile di vita è fondamentale per evitare diabete e complicanze CV.
  • Ridurre l’introito di calore è raccomandato per i pazienti diabetici in sovrappeso
  • Una dieta mediterranea arricchita con olio di oliva e/o frutta a guscio riduce l’incidenza di ictus e infarto.
  • L’attività fisica da moderata a intensa per almeno 150 minuti a settimana è raccomandata per la prevenzione e il controllo del diabete.

Controllo della glicemia.

Un buon controllo della glicemia rimane un obiettivo fondamentale. Tra i concetti chiave espressi dalle nuove linee guida c’è che un livello di emoglobina glicata (HbA1c) quasi normale (<7,0% o <53 mmol/mol) ridurrà le complicanze micro-vascolari nei pazienti con DM.

“Il controllo glicemico non dovrebbe essere dimenticato», ha sottolineato Grant, «perché aiuta a prevenire le complicanze micro-vascolari del diabete a occhi, nervi e reni».

Inoltre, un controllo più stretto del glucosio iniziato nelle prime fasi del diabete nei soggetti più giovani porta a una riduzione del rischio CV in un arco temporale di 20 anni. Obiettivi di controllo della glicemia meno rigorosi devono essere considerati nei pazienti anziani e in quelli con comorbilità gravi o malattia cardiaca avanzata.

Un nuovo approccio farmacologico

Un’importante novità riguarda anche i farmaci da utilizzare per il controllo glicemico del diabete di tipo 2. Sulla base di questa nuova classificazione gli esperti suggeriscono per i pazienti con diabete di tipo 2 a rischio CV elevato o molto elevato un trattamento di prima linea con SGLT-2 inibitori e GLP-1 agonisti, i farmaci che hanno recentemente affiancato la metformina per il controllo della glicemia.

“Siamo di fronte a un grande cambiamento di paradigma nell’uso della metformina, fino ad ora tutte le linee guida hanno raccomandato la metformina come trattamento di prima linea in tutti i casi di diabete di tipo 2. La forza dell’evidenza mostra che questa non è più la strategia corretta.”

I benefici osservati con gli agonisti del recettore del GLP-1 “sono probabilmente derivati dalla riduzione degli eventi correlati all’arteriosclerosi”, affermano gli autori delle linee guida, mentre gli inibitori SGLT2 sembrano ridurre gli endpoints  correlati all’insufficienza cardiaca

Filed Under: News

24 Settembre 2019 By Associazione Cuore Vivo

Vegetariani: cuore “in sicurezza”, ma rischio ictus maggiore

Un ampio studio condotto in Inghilterra indica che le persone che seguono diete vegetariane o vegane hanno minori probabilità di sviluppare cardiopatie, ma presentano maggiori possibilità di avere un ictus rispetto a chi mangia carne. L’evidenza emerge da uno studio dell’Università di Oxford.

Lo studio
I ricercatori hanno seguito 48.188 adulti di mezza età senza alcun attacco cardiaco o ictus nell’anamnesi per circa 18 anni. Durante questo periodo, 2.820 hanno sviluppato una coronaropatia, 519 hanno avuto ictus ischemici e 300 persone ictus emorragici. I vegetariani, inclusi i vegani, avevano il 22 % in meno delle probabilità di sviluppare coronaropatia rispetto ai carnivori. Si tratta di 10 casi in meno su 1.000 persone in un decennio, hanno stimato i ricercatori. Tuttavia, vegetariani e vegani presentavano il 20 % in più delle probabilità di avere un ictus, soprattutto emorragico. In 10 anni ciò si traduce in circa tre ictus in più ogni 1.000 persone nei vegetariani rispetto ai carnivori.

“Sia chi mangiava pesce che i vegetariani avevano in media un BMI più basso e tassi inferiori di ipertensione, ipercolesterolemia e diabete rispetto a chi mangiava carne, il che potrebbe spiegare il rischio inferiore di cardiopatie sia in chi mangia pesce, sia nei vegetariani”, dice la leader dello studio Tammy Tong, epidemiologa nutrizionale presso l’Università di Oxford.

“Il motivo del rischio più elevato di ictus nei vegetariani è meno chiaro, ma alcune recenti evidenze suggeriscono che mentre bassi livelli di colesterolo sono protettivi contro cardiopatia e ictus ischemico, livelli di colesterolo molto bassi potrebbero essere legati a un maggior rischio di ictus emorragico, il sottotipo riscontrato di maggiormente nei vegetariani”, conclude Tong.

Il maggior rischio di ictus in vegetariani e vegani era pari al 43 % in più delle probabilità di un ictus emorragico; non vi era alcuna differenza significativa nei tassi di ictus ischemico tra questo gruppo e chi mangiava carne. Inoltre, non vi era alcuna differenza significativa nel rischio di attacchi cardiaci sulla base delle abitudini alimentari.

La metodologia
I ricercatori hanno valutato le abitudini alimentari con questionari all’inizio dello studio. Alcuni partecipanti hanno completato altri questionari circa 14 anni dopo. Le persone che mangiavano carne, a prescindere che consumassero anche pesce, latticini o uova, sono state classificate come carnivore. All’inizio dello studio erano 24.428 e il 96 % è rimasto carnivoro in base ai questionari alimentari di follow-up. Altre 7.506 persone mangiavano pesce ma non carne all’inizio dello studio e il 57% di tali partecipanti che hanno completato il secondo questionario alimentare ha mantenuto le sue abitudini.

16.254 soggetti hanno iniziato come vegetariani o vegani, non mangiando carne o pesce, e il 73% hanno continuato ad astenersi sulla base dei questionari di follow-up

Filed Under: News

  • « Previous Page
  • 1
  • …
  • 3
  • 4
  • 5
  • 6
  • 7
  • …
  • 31
  • Next Page »

Leggi il periodico Cuore Vivo

MENU

  • Documenti
  • Associazione Cuore Vivo ONLUS
  • Iscrizioni
  • Donazioni
  • Periodico
  • Contatti

SOCIAL

Seguici anche su Facebook

Copyright © 2025 · ASSOCIAZIONE CUORE VIVO ONLUS - Via della Montagnola, 81 - 60131 Ancona, C.F. 93022590421 - Privacy Policy - Cookie Policy